Non posso che definirmi un chitarrista, compositore, didatta e, sopra ogni cosa, un improvvisatore. Mi sono formato musicalmente in Italia e in Olanda tra il Conservatorio A.Boito di Parma (Chitarra jazz), il CODARTS di Rotterdam (Master jazz performance) e il Conservatorio di Milano (Diploma di composizione). La passione per l’improvvisazione mi ha spinto a sviluppare un approfondito lavoro sulla forma e sulla ricerca di nuove sonorità e tecniche strumentali, grazie anche all’utilizzo esteso dell’elettronica. Influenzato dagli studi di composizione, ho cercato da sempre, con la mia personale visione, di creare una fusione tra due mondi: il rigore della scrittura e la pratica improvvisativa.
Ho avuto la fortuna di esibirmi con importanti artisti della scena italiana ed internazionale come Roberto Bonati, Marc Ducret, Sarp Maden, Bruno Tommaso,Anthony Moreno, Graham Collier, Alberto Tacchini, Renato Sellani, Enrico Intra, Mauro Ottolini, Oscar de Summa, Pasquale Mirra, Barre Philips, Butch Morris, Enrico Merlin, Emile Cremer, Gyorgy Kurtag Jr, Riccardo la Foresta, Cristiano Calcagnile.
E’ membro stabile di organici quali Ivan Valentini Rust and Blue e Kind of Mosh e leader del trio Slanting Dots, del duo The Black Box Theory,del trio Organic Gestures e del quartetto italo-olandese Breathing Mechanics.
Nel corso degli anni ho sviluppato una relazione personale e professionale con Lawrence Douglas Butch Morris, ideatore del metodo Conduction, con il quale ho avviato una collaborazione come performer e assistente dal 2008 al 2011, affindando sia il metodo Conduction che proseguendo la ricerca del Maestro verso una visione più personale. Il lavoro come conductor continua ancora adesso, insieme alla Fragile Orchestra, organico a composizione variabile di 15 elementi.
Nel corso degli ultimi 5 anni mi sono concentrato molto sull’improvvisazione totale, inserendo nel mio vocabolario strumentale, oltre alla chitarra e all’elettronica, oggetti e strumenti autocostruiti. Il frutto di questi studi è messo in campo con formazioni quali il duo The Black Box Theory (con Ivan Valentini), il duo con Luca Gazzi alle percussioni e quello con Roberto Bonati al contrabbasso.
Ho collaborato con Barre Philips e i musicisti del CEPI (Centre europee pur l’improvisation), fondato da Philips in Provenza.
Nel 2019 ho fondato il quartetto italo-olandese Breathing Mechanics, insieme ad Alessio Bruno, Wietse Voermans e Onno Govaert. Durante il nostro primo tour abbiamo registrato un lavoro live autoprodotto, preludio all’uscita ufficiale prevista per 2020.
Del 2016 è How to kill complex numbers, primo disco in solo (a seguito della vittoria del Premio Gaslini) in cui la fusione di scrittura ispirata alle prassi della classica contemporanea, improvvisazione, jazz ed elettronica sono portate ad una sintesi fortunata che mi ha permesso di esibirmi in Europa nel corso di un lunghissimo tour.
Mi sono sempre dimostrato interessato alla fusione multidisciplinare, lavorando con teatro, poesia e arti visive. In particolare ho creato, a partire dal 2011, un duo con l’artista visivo Mattia Scappini, Fragile La nostra collaborazione ha dato alla luce, nel 2016, a Birth of a square e che sarà seguito a breve ( secondo semestre del 2019) da un secondo lavoro Hitting the angles again, realizzato in collaborazione con Tempo Reale (Centro di Ricerca fondato da Luciano Berio).
Nel campo della composizione contemporanea mi muovo in un ambito di ricerca dove alla musica strumentale viene affiancato lo studio della speech poetry e del valore musicale della parola. Esempi di questa ricerca sono Outside was crowded with people and full of noise, su commissione di Tempo Reale, The purpose of me- Study #1 on Erodiadé recentemente realizzato in collaborazione con la danzatrice Marianna Miozzo (commissione Prix Cime 2019) e il Pinocchio (Last Finger of Leaf), attualmente in lavorazione, in collaborazione con la drammaturga Damiana Guerra.
Ho partecipato a numerosi Festival, riconosciuti nazionalmente per la loro rilevanza in Italia, Belgio, Svizzera, Olanda, Portogallo e Germania. In qualità di compositore puro presto la mia opera anche per la sonorizzazione di lungometraggi e installazioni di arte contemporanea, lavorando con compagnie di danza e di teatro. Le mie composizioni hanno partecipato a manifestazioni quali Il festival del cinema di Roma,Festival del Cinema di Torino, Festival del cinema del Cairo e Belfast Film Fest.
Sono il fortunato vincitore di importanti premi, come il Premio Italian Young Jazz Graffti (nuovi solisti del jazz Italiano) nel 2012, nel 2016 della seconda edizione del Premio Internazionale Giorgio Gaslini e, nel 2017, sono stato compositore in residenza presso il Centro di Ricerca Tempo Reale di Firenze nell’ambito del progetto FLUX (residenza artistica di 6 mesi come compositore), esperienza che ha prodotto l’opera Outside was crowded with people and full of noise per 5 esecutori, contrabbasso solista, nastro e video.
Nel 2018 sono tornato al Tempo Reale come vincitore del bando Audiovisioni Soundscape con l’opera audiovisiva Another Dream in town. Nel 2019 sono stato vincitore di una residenza KATE presso Tempo Reale durante la quale ho realizzato il nuovo lavoro discografico di Fragile. Nel 2019 sono stato selezionato per il bando Autobiografie Strumentali per lavorare con Alessandro Bosetti e produrre un lavoro; l’ultima fatica è un progetto originale sulla musica di Notre Dame realizzato in residenza all’Istituto di Cultura Italiano di Parigi, insieme al pianista Francesco Orio.
Nel corso del 2017 e del 2018 sono stato docente dei corsi propedeutici di chitarra jazz presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna.
Se questa è la mia storia personale, l’incontro con Earthtones è stato inevitabile: il mio concentrarmi sull’improvvisazione e su campi di ricerca spesso arditi, rivelano semplicemente la mia passione per il suono.
Il mio strumento di elezione è la chitarra elettrica che, a mio avviso, non può prescindere dagli effetti analogici, dai pedalini, come amiamo chiamarli tra di noi appassionati. L’ingresso nella famiglia Earthtones ha rappresentato la possibilità di dare libero sfogo ai miei più reconditi desideri di esplorazione e ricerca timbrica!
Sono entrato a far parte di un vero gruppo di persone che si supportano e condividono una missione, persone meravigliose con cui ridere, scherzare, mangiare , divertirsi ma, sopra ogni cosa, creare dei prodotti che partono dalla grande passione che ci accomuna! L’aver potuto commentare, studiare ogni loro prodotto, indicando a Luca e Max ogni riflessione liberamente, mi ha fatto sentire utile e compreso allo stesso tempo; addirittura la nostra sinergia creativa ha prodotto un oggetto straordinario come CORE, forse uno dei migliori amplificatori che abbia mai sentito! Sono orgoglioso di rappresentare sul palco una famiglia di persone che porta al mondo dei prodotti straordinari, vivi, comunicativi ma con caratteristiche ben precise da apprezzare, domare, valorizzare. Sono ancora più contento che si tratti di un’azienda del mio territorio, l’Emilia, che ha avuto e avrà sempre uno speciale posto nel mio cuore.
Non posso che ringraziare i miei compagni di viaggio e assicurarvi che lavoreremo sempre per dare al pubblico un prodotto di qualità al servizio della Musica, questa signora meravigliosa e un po’ ineffabile che riempie le nostre esistenze.
QUOTES
Il chitarrista emiliano ha un’articolazione dalla precisione impressionante, quasi meccanica, e usa largamente lo staccato, creando così maggiore empatia. Alceste Ayroldi Musica L’idea scevra da complicati intellettualismi e cerebralismi, ricerca un sound diretto e nervoso. Scopriamo la voglia di giocare e la leggerezza. I riferimenti musicali sono espressi al meglio: jazz, rock, impro, elettronica, indie. Si tratta di un “un’opera aperta”, citando Umberto Eco, interpretabile in più modi, che ripercorre e si nutre delle suggestioni culturali contemporanee. Nicola Barin Jazzitalia Un’esibizione mista quella degli Slanting Dots, in cui sono state proposte musiche originali tratte da Unfold e composte principalmente da Luca Perciballi, ma anche da Alessio Bruno, e anche grandi brani del passato, come Broadway Blues di Ornette Coleman, o ancora Nefertiti di Wayne Shorter.
Notevole la capacità di rendere originali due colossi del genere: come raramente accade, non sono stati i giovani musicisti a piegarsi ai grandi del passato, ma quella degli Slanting Dots è la traduzione di un classico, che per quanto fedele allo spirito dell’originale, muove da una lingua contemporanea, che permette al classico di rivivere oggi sotto una nuova luce. Nina Molica Franco Jazzitalia A chiudere la prima parte della giornata un gruppo di giovanissimi dalle spalle solide, già realtà consolidata del panorama musicale italiano, gli Slanting Dots. Il trio, in possesso di un suono personale e formato da Luca Perciballi alla chitarra, Alessio Bruno al basso e Gregorio Ferrarerese alla batteria, ha tenuto un concerto di grande valenza musicale spaziando attraverso il jazz, la classica, la contemporanea, il rock, e facendolo senza sudditanza stilistica o di genere.
Flavio Caprera Jazz Convention In Rust and blue la riuscita dell’opera è frutto anche delle evidenti sub-direzioni prese dalla chitarra di Perciballi, a caccia di continue modifiche in live electronics e del variabile arricchimento ritmico che accompagna le strutture e i temi robusti della musica: per Perciballi una dimostrazione di fantasia e una competenza che pochi giovani musicisti presentano in Italia Ettore Garzia Percosi Musicali Questo lavoro può essere trasmesso sic et simpliciter nella musica di Perciballi: allo stato attuale Luca non solo è il chitarrista più preparato e profondo che abbiamo in Italia ma regge benissimo la competizione ideologicamente distribuita tra i chitarristi/compositori americani recenti (penso a Thurston Moore e ai minimalisti prima di tutti) e a quelli naturalistici del Nord Europa. In poche battute, un vanto italiano. Ettore Garzia Percosi Musicali
Luca Perciballi
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